giovedì 1 marzo 2018

Henri Cartier-Bresson: il padre della Magnum Photos alle prese con la sezione aurea


Fino al 3 giugno 2018, presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma si avrà la possibilità di ammirare alcuni degli scatti più suggestivi del gruppo Magnum Photos, la gloriosa agenzia che più di tutti ha saputo interpretare le trasformazioni politiche e sociali del secolo scorso. Tra tutti gli artisti che ne hanno aderito spicca la figura di Henri Cartier-Bresson, mentore e fondatore. Ci troviamo nel 1947, e il giovane Bresson si è da poco trasferito negli States: qui, il fotografo convince gli amici Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert a unire le forze per dare vita al progetto collettivo che ancora oggi rappresenta uno degli episodi più importanti della storia della fotografia.  

Henri Cartier-Bresson: la passione, la guerra e Magnum Photos


Henri Cartier-Bresson è stato uno dei più grandi fotografi di sempre: l’artista ha saputo cogliere lo spirito del ‘900 meglio di chiunque altro, conquistando a pieno diritto il titolo onorario di “occhio del secolo”. Il fotografo ha saputo raccontare lucidamente la guerra civile spagnola, l’occupazione nazista, i funerali di Gandhi; pensate che è stato l’unico fotografo occidentale a varcare i confini dell’Unione Sovietica in piena Guerra fredda. Nato come pittore e poi prestato al mondo del cinema, nel 1932 Bresson, folgorato da una grande illuminazione, comprende la potenza visiva del mezzo fotografico. Così, compra una Leica 35 mm, a cui affianca un obiettivo 50. Agile e leggero, Bresson comincia a fotografare il suo mondo, mosso da una passione così ardente che solo la seconda guerra mondiale poteva arrestare. Prigioniero in un campo nazista, dopo vari tentativi di fuga, riesce finalmente a evadere, unendosi alla resistenza francese. Sarà proprio lui, armato della sua fedele Leica, a documentare la liberazione di Parigi. Qualche anno dopo nasceva Magnum Photos e tutta la serie di reportage ormai passati alla storia.

Il teorico del momento decisivo


Per il fotografo la differenza tra una buona fotografia e uno scatto mediocre risiede nella capacità di riuscire a cogliere il momento decisivo, catturarlo e renderlo immortale. Da qui la fama di  “teorico del momento decisivo”: i suoi ritratti non rappresentavano mai soggetti in posa, ma sempre immortalati in fugaci azioni della loro vita quotidiana. In questo senso, a quei tempi la Leica rappresentava il mezzo migliore per poter catturare l’istante: il fotografo la considerava una vera e propria estensione dell’occhio. Essa era leggera e poco ingombrante, perfetta per muoversi con agilità.  

“La semplicità espressiva va ricercata attraverso la semplicità dei mezzi” e in questo Bresson era un vero maestro: sapeva cogliere l’attimo, utilizzando la sua macchina fotografica in maniera istintiva, un intuito che solo la conoscenza assoluta e consapevole del mezzo poteva conferire.

Le fotografie di Henri Cartier-Bresson: la regola dei due terzi


Henri Cartier-Bresson è un maestro della composizione: la sua arte era fulminante e istintiva ma  allo stesso tempo anche studiata e ben strutturata. La regola dei terzi è, per esempio, un elemento molto presente in quasi tutta la sua produzione. Le immagini di Bresson sono caratterizzate da una composizione perfettamente equilibrata, che conferisce alle immagini una grande potenza visiva. In pochissimi istanti, il fotografo aveva la capacità di posizionare perfettamente gli elementi in campo, riuscendo contemporaneamente a immortalare l’azione, improvvisa e irripetibile. Era come se studiasse la composizione di quell’istante ancora prima di intrappolarlo. Un istinto fotografico che non stupisce, considerato che negli anni giovanili, periodo in cui amava dipingere, passava intere giornate al Louvre, impegnato nello studio di grandi opere artistiche (come la sezione aurea di Piero della Francesca). Per lui scattare una foto era proprio come dipingere un quadro: tutto doveva essere al suo posto, al fine di creare un equilibrio perfetto tra gli elementi dello spazio rappresentato.

Velocità e perfezione compositiva: questa era l’arte fotografica di Bresson, il giovane pittore che ha trasferito la tecnica dei giganti dell’arte nella fotografia di reportage. Alcuni dei suoi scatti migliori, e di molti altri artisti che nel corso del tempo hanno contribuito alla grandezza della Magnum Photos, sono ora disponibili al pubblico italiano, presso il Museo dell'Ara Pacis, ma solo fino al 3 giugno.

Francesco Lodato

La regola dei due terzi di Henri Cartier-Bresson


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